La Giostra dell’Apocalisse

Il progetto, coniuga teatro, musica e arti visive, ed è, insieme, rappresentazione ed esposizione.

Il progetto La giostra dell’Apocalisse nasce da un percorso di riflessioni condotto da importanti pensatori che hanno affrontato la crisi del mondo.
Ma come si vive in un tempo di declino? Si fa il lavoro dell’anima. E Il teatro può essere il luogo in cui interrogarsi circa i drammi e le tragedie epocali per aiutarci a capire il mondo e a “ricomporlo” attraverso il recupero di un senso, promuovendo un sistema sociale che si nutra di utopia e di umanesimo.

Il progetto presenta 4 differenti creazioni (I Cavalieri dell’Apocalisse).
Le scritture, diverse tra loro, dialogheranno con suoni ed evocazioni di musicisti che accoglieranno gli echi testuali nelle partiture musicali necessarie al carattere “polifonico” del nostro allestimento e con opere di artisti, anch’essi diversi, che amplificheranno la tematica della rassegna.
Il pubblico, collocato nella parte centrale della Rotonda, immaginata come un’agorà, sarà avvolto dalla giostra del teatro, della musica, dell’arte, della vita.
La mostra di arte contemporanea raccoglie le opere di una ventina di artisti contemporanei, riflette su alcune delle tante sfaccettature che potrebbe oggi avere l’idea di un’apocalisse in quella che Keats emblematicamente chiama “la valle dove si plasmano le anime”, prima che dal cielo risuoni cupa la tromba “che spaventa il mondo intero, nell’imminente rovina.”

Opere di: Marina Abramović, Jean-Marie Barotte, Massimiliano Bottino, ConiglioViola, Carla Crosio, Davide Dall’Osso, David LaChapelle, Silvia Levenson, Maria Cristina Madau, Ruggero Maggi, Herman Nitsch, Carlo Nonnis, Barbara Petrecca, Michelangelo Pistoletto, Bernardi Roig, Rosanna Rossi, Andrés Serrano, Studio Azzurro, Dino Valls.

IL TORNEO DELLA DISCORDIA
testi di: Jacques Attali, Jean Baudrillard, Massimo Bavastro, Piero Colaprico, Gillo Dorfles, Pier Mario Fasanotti, Marcello Fois, Pia Fontana, Salvatore Niffoi, Valère Novarina
regia di: Maria Cristina Madau
con Valentina Arru, Donatella Bartoli, Raffaella Boscolo, Silvana Bosi, Max Bottino, Carla Chiarelli, Gaetano D’Amico, Rufin Doh Zeyenouin, Marcello Enardu, Tonia Galievsky, Viviana Nicodemo, Luca Stetur – musiche di: Dissoi Logoi (Alberto Morelli, Franco Parravicini), Cesare Malfatti, Steve Piccolo, Maurizio Pisati, Antonio Zambrini.
“Il torneo della discordia” è un percorso drammatizzato sul tema dell’apocalisse al quale partecipano autori, artisti e musicisti; un’ opera a più voci dove ciascun elemento viene orchestrato in un continuo susseguirsi di ruoli solisti corali e sinfonici, una poliart composta dalla parola, dal gesto, dalla forma, e dalla musica. Ciascuna voce, come in un torneo, ci espone la propria visione invitandoci a partecipare a questo percorso e a soffermarci su una delle grandi questioni che attraversano la nostra vita: la fine del mondo. Ma ci sarà una fine? o come dice Baudrillard “la fine è un’illusione”? L’antica chiesa della Rotonda di via Besana diviene palcoscenico dell’azione drammatica: gli spettatori, protagonisti del percorso, vengono accolti dalle opere, presenze permanenti in continuo dialogo con gli attori e la musica. Sette azioni drammatiche, marcano il percorso come squarci di un’apocalisse contemporanea. I percorsi testuali, sonori e formali guidano lo spettatore in questo cammino che si compone di una serie di scene che si susseguono, il pubblico è invitato da un cerimoniere a seguire le azioni itineranti; la parte centrale della Besana, diviene una sorta di agorà intorno alla quale tutto accade.
Sabato 21 giugno ore 20.30
Domenica 22 giugno, domenica 29 ore 18.30
Lunedì 23 giugno, martedì 24, mercoledì 25, giovedì 26, venerdì 27, sabato 28 ore 21.30 L’inaugurazione della mostra si tiene sabato 21 giugno alle ore 19.

 

Apocalisse come rivelazione
La rappresentazione del destino tra mito, arte e vita Lorella Giudici

Tout ne tiens qu’à un fil, ricorda saggiamente Jean-Marie Barotte con la sua foresta di piccole tavole scure, ognuna foriera di un poetico messaggio. È una selva di parole e di memorie, tutte saggiamente protette da un sottile velo di cera, lembi di pelle strappati alla vita. Sono pagine di una biblioteca dello spirito, con fogli allineati non più secondo un ordine crescente, ma secondo una logica emotiva, finalmente liberi di far risuonare la propria verità ad altitudini diverse. E ancora, sono preghiere, come quelle che antichi rituali propiziatori buddisti invitano ad affiggere all’interno dei templi: “A Mandalay, nel tempio di Maha Muni, ogni giorno centinaia di uomini (le donne non sono ammesse) salgono sul piedistallo del grande Buddha al centro del tempio e con cura appiccicano preziose foglie d’oro sul corpo della statua, sperando così di guarire dai loro malanni”. Barotte ha rispettato il rituale e ha attaccato le sue.

Catalogo Silvana Editoriale

Tout ne tiens q’à un fil di Jean-Marie Barotte

https://www.jeanmariebarotte.net/it/installazioni-2/

 
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